Settembre, come gennaio, sono generalmente mesi di grande fermento per chi si affaccia sul mondo del lavoro o per chi cerca di dare una svolta alla propria vita lavorativa. Si tratta difatti dei mesi in cui le aziende valutano con più interesse eventuali investimenti che possano riguardare il comparto del personale e sfruttano tutti i canali possibili per operare le proprie ricerche e selezioni. La società moderna vuole che prima di un colloquio conoscitivo si debba passare per la propria presentazione tramite il curriculum vitae (CV): diventa quindi uno strumento fondamentale per fare una corretta impressione. Al di là del contenuto -se si scrivono delle cose non vere poi verranno a galla- è importante la forma e la scelta delle informazioni che si vanno a inserire. Proviamo a darvi qualche dritta per redigere un CV che meriti, per lo meno, la lettura da parte di chi lo riceve.
Sul web esistono siti dedicati che guidano passo dopo passo l’utente nella creazione del CV, tra questi di sicuro il più conosciuto è il formato europeo Europass. Sicuramente uno strumento molto utile in quanto permette di risparmiare tempo sull’operazione di formattazione, tuttavia proprio perché produce un’impaginazione identica per tutti gli utenti, lo sconsigliamo in quanto non permette di valorizzare le competenze possedute (fatta eccezione ovviamente nel caso di bandi e concorsi dove sia esplicitamente richiesto l’Europass). Un elemento chiave per un datore di lavoro che opera una selezione del personale è il “saper fare”: il CV deve quindi essere redatto in un’ottica di competenze, cercando di recuperare da ogni evento formativo e professionale, anche apparentemente poco importante, le caratteristiche personali e le capacità concrete che si ritiene di aver acquisito o migliorato. Ritornando quindi all’obiezione formulata su formati schematici di CV, il racconto e la descrizione delle proprie competenze non è un esercizio che possa essere racchiuso in un sterile elenco di attività, capacità e nozioni. La competenza, per significato, è una capacità resa operativa grazie a una sua applicazione concreta, un’abilità che si trasforma in saper fare specifico. In altre parole non è sufficiente affermare che si posseggono competenze comunicative, ma bisogna indicare i contesti, gli episodi formativi o professionali dove queste competenze sono state acquisite. Meglio quindi un formato di CV personalizzato, graficamente anche originale, sempre provvisto di una foto chiara, professionale (evitare le foto da super vamp) e che sia in grado di presentare positivamente il candidato.
Facciamo un esempio pratico di ciò che intendiamo per mettere in evidenza le proprie competenze. Pensiamo all’istruzione superiore secondaria, di norma ha la durata di cinque anni, ma qualunque sia il percorso seguito -liceo, istituto tecnico, professionale, ecc.- esso non può venire riassunto in una riga che recita “Diploma di liceo scientifico, con votazione…” in quanto non dice nulla di come e di quanto ci si è effettivamente formati. Diamo quindi spazio anche ad altri elementi che hanno caratterizzato questi cinque anni: la partecipazione a gruppi di rappresentanza scolastica, di classe o di istituto o presso associazioni di volontariato ad esempio, consentono in età giovanissima l’acquisizione di competenze e capacità allargate, quali l’ascolto, la sintesi, la leadership, l’organizzazione e la responsabilità sociale. E nel fare ciò non sottovalutiamo la potenza dei formati CV alternativi al classico cartaceo: stiamo parlando di pagine on-line e addirittura di video CV che consentono al datore di lavoro di cogliere aspetti della personalità del candidato che difficilmente possono essere messi per iscritto. Anche i social network come Twitter ci vengono in aiuto nella redazione del CV: alla fin fine il formato lo scegliete voi ma fate che sì che tale scelta non sia casuale ma tenga in considerazione a chi vogliamo inviare la nostra presentazione.
Ritornando alla modalità classica, non possono assolutamente mancare nel CV: foto (professionale!!!), nome, cognome, recapito telefonico, email (meglio se professionale tipo nome.cognome@), data di nascita, indicazione dei profili sui vari social network, la posizione professionale desiderata che funge da chiave di lettura del curriculum poiché il racconto della propria storia formativa e professionale dovrà apparire come un percorso coerente svolto per raggiungere l’obiettivo indicato. Fa seguito la parte dedicata all’istruzione e formazione dove i vari titoli e relative competenze acquisite vanno inseriti dal più recente al meno recente indicando a grandi linee le materie e gli insegnamenti caratterizzanti il corso, le competenze acquisite e la relazione tra quanto appreso e quanto utile in un futuro contesto lavorativo. Non da trascurare, se gli studi sono ancora in corso, è l’indicazione dell’anno nel quale si prevede di terminare gli studi stessi. La terza parte del CV è dedicata alle esperienze professionali, anch’esse riportate cronologicamente a ritroso, indicando sia le mansioni svolte (cioè cosa si è fatto) che le competenze (cosa si è imparato a fare). Per uno studente è bene evidenziare le connessioni tra esperienze di lavoro e il percorso universitario. Un’altra parte importante del CV, che si tende spesso a trascurare ma in realtà è una delle più considerate dei datori di lavoro, è quella dedicata alle competenze, in ordine: professionali e tecniche (ossia quelle specificatamente legate a un profilo professionale), linguistiche, comunicative, relazionali e organizzative. Precisare eventuali certificazioni linguistiche e/o informatiche e prestare attenzione anche alla parte dedicata agli interessi culturali, agli sport e alle esperienze all’estero che racchiude in sé una ricchezza e un valore in grado davvero di differenziare una storia da un’altra, puntando su caratteristiche della persona che sono molto apprezzate e utili anche sul luogo di lavoro. Se possibile inserire delle referenze che certificano quanto raccontato nel curriculum.
Quanto all’invio del curriculum, è bene tenere in considerazione chi sarà il nostro destinatario e utile in questo senso è svolgere un esercizio di adattamento del proprio cv al singolo annuncio a cui si risponde oltre ad avere una versione del CV stesso in lingua inglese. Ogni esperienza formativa e professionale potrebbe essere interpretata diversamente dal nostro interlocutore finale, e pertanto va adattata agli specifici settori e ambiti professionali. Molto importante sarà poi informarsi adeguatamente sull’azienda destinataria del CV e sul settore in cui essa opera a maggior ragione ai fini di un eventuale colloquio con il selezionatore. Questo e altri aspetti relativi alle modalità di presentazione del curriculum verranno approfonditi in un successivo contributo al blog: nel frattempo sbizzarritevi nella stesura di un CV “competente”.