La fotocopiatrice è uno strumento essenziale in ogni ufficio, in quanto è molto frequente la necessità di avere copie cartacee o digitali di documenti di vario genere. Come vedremo in seguito, questa macchina ha consentito una notevole facilitazione di alcuni mestieri nei quali l’emissione di documenti in duplice copia è frequente e necessaria. Proprio nell’ufficio brevetti di una ditta di New York infatti, dalla mente di un dipendente, il fisico e avvocato Chester Floyd Carlson, nacque l’idea di una fotocopiatrice e del metodo di copiatura che verrà utilizzato fino ad oggi. Carlson era miope e soffriva di tendinite alle mani e il suo lavoro consisteva nella copiatura a mano dei brevetti da archiviare; spinto quindi da necessità fisiche si dedicò alla ricerca di un metodo che gli consentisse di copiare in maniera fedele qualsiasi tipo di documento in maniera rapida e senza rovinare il foglio originale. Le tecniche che venivano utilizzate allora presentavano non pochi impedimenti tecnici: i processi in questione si basavano su procedimenti chimici a base acquosa che richiedevano molto tempo sia per il processo in sé, che per la necessità di far asciugare la copia prodotta. Il documento originale poi doveva essere preparato appositamente e spesso durante il processo veniva danneggiato.
Il fisico, licenziatosi nel 1934, iniziò a lavorare nella cucina di casa sua a questo progetto, finché la moglie non lo costrinse a trasferirsi ad Astoria. Qui lavorò con lo zolfo applicato ad una lastra di zinco, poiché si accorse che la sostanza da isolante diventava conduttrice se esposta alla luce. Una volta illuminato il foglio originale, il riflesso consentiva al toner (un inchiostro in forma di polvere sottilissima, formata da particelle di carbone, ossidi di ferro e da una resina) di posizionarsi nelle aree corrispondenti per attrazione elettrostatica. Tramite una lastra cerata riscaldata fissava poi il toner nei punti desiderati. Inizialmente snobbato dalle aziende, Carlson venne aiutato dal Battelle Memorial Institute, un’organizzazione non profit di Columbus nell’Ohio che lo supportò fino a che nel ’44, una volta perfezionato il processo, la piccola azienda Haloid ne acquistò il brevetto. Haloid cambierà poi il nome in Xerox e sarà la prima a produrre fotocopiatrici. Il processo che creò il fisico venne chiamato appunto Xerografia ed è ancora alla base di alcune delle moderne fotocopiatrici in quanto estremamente veloce ed accurato rispetto ai precedenti metodi. Quest’invenzione fruttò una notevole fortuna a Carlson e alla Xerox.
Nelle macchine odierne di fascia media e alta questo processo è stato sostituito dalla tecnica digitale che, tramite uno scanner ed una stampante laser ha apportato diverse migliorie, come ad esempio:
- miglioramento automatico della qualità dell’immagine;
- gestione della stampa indipendentemente dalla scansione (per fare n-copie è sufficiente una singola scansione);
- possibilità di collegare la macchina a un computer o una rete locale per utilizzarla come stampante o scanner;
- alcuni modelli sono in grado di inviare le scansioni via e-mail.