Quando si redige un documento, qualunque sia la sua natura, ci si trova puntualmente di fronte alla questione font, termine utilizzato per identificare il carattere con cui si scrive. Nel mondo del graphic design, i font sono uno strumento importante e potente per dare risalto a un testo e aiutare il lettore a orientarsi e a intuire fin dalla prima occhiata il messaggio che gli viene rivolto. Allo stesso modo, un font non adatto aumenta il rischio di interpretare il contenuto in modo sbagliato. I font diventano così dei veri e propri strumenti di comunicazione che aiutano a raccontare storie e a veicolare un messaggio nel modo corretto conferendogli la giusta forza e importanza.
Le quattro famiglie di appartenenza
Ogni font è un universo a sé, con diverse dimensioni, caratteristiche, forme e sensazioni che esprime. Per comodità si identificano quattro gruppi o famiglie di appartenenza.
Serif. La caratteristica di questi font è che la parte alta e la parte bassa delle lettere hanno alle estremità degli allungamenti ortogonali detti “grazie”: la loro funzione è quella di facilitare l’occhio a scorrere da una lettera all’altra e quindi sono ideali per scrivere testi lunghi grazie alla loro alta leggibilità. Nel corso del tempo si sono sviluppati numerosi sottogruppi di font serif:
- Gli Old Style come il Centaur e il Garamond, tutti caratterizzati da uno scarso contrasto tra aste verticali e orizzontali, dalla forma concava delle grazie e dall’asse obliquo in lettere come la o, la c e la e;
- I Transizionali come il Times New Roman e il Georgia, in cui il contrasto tra aste verticali e orizzontali è molto più marcato e le grazie sono più piatte;
- I Bodoni che hanno un passaggio molto marcato tra aste verticali e orizzontali e grazie molto sottili che formano angoli retti con l’asta;
- Gli Slab Serif come il Rockwell e il Courier, in cui la differenza di spessore tra le aste è minima e le grazie sono ben marcate e perpendicolari.
Sans serif. A differenza dei precedenti, qui le grazie non sono presenti e la differenza di spessore tra le aste è minima. La leggibilità di questi font è molto elevata anche da lontano, pertanto sono preferiti per i titoli e particolarmente adatti per i testi brevi soprattutto sul web. In italiano vengono chiamati caratteri a bastoni o lineari e si dividono in due sottogruppi:
- Gothic in cui le linee delle lettere sono di diverso spessore;
- Single line sans serif in cui le linee hanno lo stesso spessore.
Hand Writing. Il loro nome lo fa intuire: si tratta di quei font che sembrano scritti a mano e pertanto la loro leggibilità non è molto elevata. Si dividono in:
- Script, font per così dire “ingombranti”, utilizzati per messaggi speciali come gli inviti, in cui non è necessario molto testo;
- Cursive, apparentemente sembrano piegati verso destra e le lettere sono legate fra di loro tramite delle estensioni;
- Text è il primo carattere creato da Gutenberg e viene generalmente utilizzato nei certificati e nei diplomi;
- Calligraphic sono font eleganti dalle linee sinuose, per questo si utilizzano spesso per realizzare la prima lettera di un libro o di un invito.
Decorative. Sono font usati principalmente a fini decorativi e grafici per questo non hanno particolari caratteristiche standard a favore di un maggiore fantasia.