Quando si parla di invenzioni, non solo in campo tecnologico, il pensiero va in automatico a un meccanismo di causa-effetto: che particolare esigenza deve aver avuto Pinco Pallino per poter formulare un’idea così geniale? E di fronte a queste storie non si può che rimanere a bocca aperta. Un esempio?! Il Post-it. Non possono mancare su nessuna scrivania che si rispetti: che siano usati da un lavoratore o da uno studente, i praticissimi foglietti colorano la nostra quotidianità e ci ricordano le cose importanti da fare. La cosa curiosa è che sono nati nientepopodimeno che tra i banchi di una chiesa ?.
Ad avere la geniale intuizione fu, negli anni ’70 del secolo scorso, tale Arthur Fry, ricercatore della 3M e assiduo frequentatore della North Presbitherian Church di North St. Paul nel Minnesota, dove faceva parte del coro. È proprio da tale attività che ebbe lo spunto per creare i post-it: Fry era infatti uso a infilare dei foglietti di carta all’interno del libro dei canti per tenere il segno. Tuttavia, erano più le volte che i foglietti scivolano fuori cadendo a terra e facendo perdere il filo a Fry. In risposta a tale inconveniente Fry “ripescò” un’idea che poco tempo prima un suo collega alla 3M, Spencer Silver, aveva sviluppato ma senza ricevere il consenso sperato: si trattava di un adesivo che in precedenza era stato appunto scartato poiché perdere la propria capacità adesiva dopo poco tempo. Quindi, ragionando, Fry arrivò alla conclusione che per risolvere il problema dei foglietti svolazzanti bastava renderli appiccicosi in maniera che rimanessero attaccati alle pagine del libro, ma l’adesivo non doveva essere troppo forte altrimenti avrebbe rovinato le pagine stesse rendendo impossibile la lettura. Fry chiese quindi l’autorizzazione a sviluppare questo nuovo prodotto e dopo un anno e mezzo di ricerche riuscì a trovare la combinazione giusta.
I primi a testare i post-it furono ovviamente i dipendenti della 3M e subito emerse un utilizzo curioso al quale Fry non aveva pensato: sfruttare i foglietti adesivi per annotarsi promemoria. In seguito vennero condotti dei test di mercato in 4 città: in due città il campione, distribuito a prezzo di vendita, fu un flop; nelle altre due, dove la distribuzione avvenne gratuitamente, il nuovo prodotto risultò esaurito in pochissimo tempo. Di lì a poco, con una certa insistenza da parte di Fry, i dirigenti della 3M accettarono di mettere in vendita il prodotto e da allora il successo del post-it è stato ininterrotto. Dal classico post-it quadrato di colore giallo, ne seguirono di ben otto misure, 25 forme e 62 colori distribuiti in tutti gli uffici del globo.