Ci siamo spesso dedicati a descrivere le storie e gli aneddoti più interessanti che ruotano attorno al mondo della cartoleria, senza invece approfondire più di tanto un altro importante settore in cui opera la nostra attività, ossia la stampa. Partiamo dunque con lo scoprire quali sono state le tappe che hanno permesso di arrivare a definire i processi di stampa moderni: una storia lunga che, data la sua importanza, non può non essere citata anche sui testi scolastici.
Agli albori di questa storia vi è ovviamente l’invenzione della stampa su carta e la nascita delle prime tipografie. La prima macchina tipografica è da attribuire al tedesco Gutenberg, il quale nella metà del XV secolo sperimentò un nuovo strumento adattato da un torchio. Si tratta di un’importantissima innovazione che ha permesso di abbandonare una vecchia prassi di origine orientale, meglio conosciuta come stampa a caratteri mobili -basata principalmente sul lavoro manuale. In particolare, Gutenberg si avvalse di un torchio da uva al quale apportò delle modifiche e tale innovazione venne sfruttata fino al XIX secolo. Successivamente il torchio da uva usato da Gutenberg venne sostituito dal quello in ottone a opera di Danner di Norimberga, divenuto poi di ferro secondo l’intuizione dell’inglese Lord Stanhope. Quest’ultimo realizzò anche un efficace sistema di pressione che venne poi utilizzato dall’americano Clymer per il torchio Columbian. Tuttavia, il ricorso ai torchi si rivelò non essere del tutto soddisfacente in quanto non rispettavano le esigenze di stampa del tempo. La tipografia come la conosciamo doveva ancora nascere del tutto in quanto non era ancora stata soddisfatta l’esigenza di stampare in sequenza molto più veloce una serie di stampe. Si arrivò dunque alla creazione del torchio meccanico a opera di Koenig, strumento che, purtroppo, risultava essere troppo ingombrante e il suo inventore dovette studiare una soluzione alternativa. Con la collaborazione di Bauer, nel 1814 Koenig e socio realizzarono un esemplare di cilindri di pressione accoppiati arrivando poi alla macchina a due giri a rotazione continua dei cilindri. Nel 1817 i due crearono la loro prima fabbrica di macchine per tipografia che sfruttavano la forza del vapore; business che arrivò in Italia nel 1848. Rimaniamo nel nostro paese per trovare un’importante innovazione a opera di Auguste Hippolyte Marinoni: la stampa a quattro colori e con la rotativa. La macchina creata da Marinoni era in grado di stampare migliaia di copie l’ora su carta bianca apposta su nastro continuo inoltre, realizzava stampe con colori sfumati e diverse tinte grazie all’applicazione dei quattro colori primari (ciano, magenta, giallo e nero). Nacquero in seguito nuovi macchinari, tra il 1886 e il 1889, che vennero utilizzati fino al 1960 quando furono sostituiti dalla tipografia con moderna stampa offset. Oltre alle tipografie, negli anni cominciarono a prendere piede altre attività specializzate nella stampa su diversi materiali come tessuti, metalli e così via, con l’ausilio di varie tecniche che distinguiamo con diverse terminologie: litografia, calcografia, fotomeccanica, ecc. A tal proposito siamo certi che l’evoluzione nel mondo della stampa non sia destinata a fermarsi, basti pensare alle ultime grandi innovazioni in materia di stampa 3D.