I progressi nel settore della cancelleria sono stati nel corso dei decenni notevoli e sembrano destinati a non subire battute d’arresto. Oggigiorno la varietà dell’offerta è tale da avere letteralmente l’imbarazzo della scelta: tra penne, evidenziatori, matite, quaderni, ecc. ce n’è per tutti i gusti ed esigenze. In altre occasioni abbiamo trattato la storia di alcuni prodotti da cancelleria, e quali sono state le intuizioni che ne hanno portato all’invenzione. Ora vediamo, tra la cancelleria d’ufficio, quali fra tutti i prodotti sono “i più storici”.
Cancelleria e tecnologia vanno a braccetto e molti degli strumenti che oggi compriamo in cartoleria hanno alle spalle una storia piuttosto interessante. Di penne, per esempio, ne esistono di un’infinità di tipi e colori, facilissime da utilizzare, da portare a spasso in borsetta, leggere e funzionali…ma è sempre stato così? Ovviamente no! C’era una volta…la penna d’oca, che oggi non troveremmo semplice da utilizzare, ma che dal 1600 al 1800 aveva acquisito una popolarità impressionante. Questi cimeli non sono del tutto scomparsi: sono infatti reperibili negli store online che si occupano di cancelleria per così dire “vintage”. Sicuramente non manca, tra i collezionisti, qualche comportamento piuttosto ardito che vede utilizzare tali penne dando così un tocco retrò al proprio ufficio e ai propri documenti. I pennini in acciaio e oro e le penne stilografiche sono comparsi successivamente, nel 18esimo secolo, rappresentando una vera e propria rivoluzione. Le stilografiche rimangono ancora di moda e vengono più che altro date in dono per occasioni come le lauree e chi le usa fa sfoggio di una calligrafia da far invidia agli amanti delle tastiere.
Non potevano poi mancare, già secoli fa, delle proposte per tenere in ordine in maniera organizzata i vari documenti, ovviamente cartacei. In presenza di una quantità notevole di fogli, attualmente le soluzioni possibili per tenerli insieme ordinatamente sono tre: rilegatrice o graffette in metallo o pinzatrice. Ma, come è logico attendersi, non è sempre stato “tutto rose e fiori”: tre secoli fa per riordinare i propri documenti ci si poteva affidare a due strumenti. Presentiamo per prime un antenato di una delle opzioni citate poco fa: le graffette metalliche. Antenato solo di nome, non tanto di fatto. Quelle di una volta tenevano insieme i fogli grazie a placchette dotate di piccoli dentini metallici che si inserivano nei fori creati sulle pagine e le placche “pinzavano” i fogli gli uni con gli altri. C’erano poi le presse, antenate delle moderne pinzatrici: si trattava di vere e proprio presse, piuttosto pesanti da trasportare, il cui scopo era quello di inserire nel documento elementi di fissaggio per unire i fogli.
E per fare la punta alle matite? Forse forse tra i millennials c’è ancora qualcuno che si è imbattuto in qualche nonno o prozio che di fronte a una punta rotta o poco affilata ha sfoderato il suo coltellino. Verrebbe da pensare che i comuni temperamatite siano un’invenzione piuttosto recente. In realtà, tali prodotti da ufficio possiedono una storia piuttosto interessante e lunga. Nel 1800, a fare la funzione del temperamatite c’erano le macchine abrasive, che con dischi di carta vetrata affinavano la punta del lapis: posizionata la matita si girava una rotellina e dopo qualche minuto la punta era bella che temperata. Hanno fatto seguito le macchine dotate di frese in acciaio piuttosto taglienti, che da vicino ricordano i moderni temperamatite e durante tutto il 1900 ci si è ingegnati per produrre un temperamatite meccanico, più rapido e meno faticoso da utilizzare.