La questione ambientale è un tema attualissimo e tra le idee più ampiamente diffuse e condivise vi è la necessità di adottare comportamenti virtuosi nella vita di tutti i giorni. Ridurre gli sprechi e l’utilizzo di alcuni materiali in favore di altri sono le basi che chiunque può tranquillamente mettere in pratica. Pensiamo per esempio alla carta, di base, derivato degli alberi.
Tipologie di carta e loro derivazione
Quando si parla di carta esistono diverse definizioni che la maggior parte delle persone non comprendono e che addirittura possono creare confusione fra carta ricavata da cellulosa e riciclo. Mettiamo dunque i punti sulle i, partendo dalla carta bianca, la quale non è l’unica a provenire dagli alberi e di conseguenza esistono tipologie di carta che, pur essendo di colore diverso possono anch’esse provenire dalla cellulosa. La carta bianca è ottenuta legando le fibre di cellulosa degli alberi attraverso l’uso di collanti. Inoltre, il colore bianco è dato da una tecnica denominata sbiancamento, operazione che avviene mediante l’impiego del cloro. In questa operazione vengono impiegate massicciamente risorse come l’acqua e l’energia, senza contare l’aspetto inquinante derivate dall’utilizzo del cloro. Si fa strada in questo contesto un particolare tipo di carta, cosiddetta ecologica, la quale pur non portando una vera e propria soluzione allo spreco di energia e acqua, riduce drasticamente l’impatto ambientale in quanto come agente sbiancante utilizza l’ossigeno al posto del cloro. La carta ecologica, dunque, non è sempre il risultato del riciclo, ma assume tale definizione proprio per l’impiego del citato ossigeno.
La carta riciclata è invece una tipologia di carta prodotta dai maceri di carta già utilizzata e non dalla cellulosa delle piante. Il riciclo della carta sfrutta la raccolta differenziata e non comporta in alcun modo l’abbattimento di altri alberi. Molte persone non sono al corrente che la carta riciclata sia il frutto esclusivo del riutilizzo di rifiuti: alcune cartiere utilizzano difatti anche fogli di carta vergine. Per essere definita riciclata, l’utilizzo di carta vergine non deve tuttavia andare oltre il 40% e preferibilmente, deve utilizzare fogli di carta FSC. La carta riciclata può essere sbiancata con l’ossigeno e acquisire così lo status di ecologica.
Forest Stewardship Concil
La citata carta FSC è forse quella che crea maggiore confusione quando si parla di cellulosa e di riciclo: FSC è l’acronimo di Forest Stewardship Concil che altro non è che un bollino di qualità che viene assegnato dall’ente omonimo a una carta che rispetta certi requisiti -FSC non rappresenta dunque un tipo particolare di materiale o di trattamento. Questo bollino rappresentante un alberello viene dato solo alla carta proveniente da un patrimonio boschivo gestito consapevolmente, dunque da alberi abbattuti ma immediatamente sostituiti da giovani virgulti. Lo scopo è garantire comunque un ricambio di alberi molto importante per il futuro del nostro pianeta. La carta con bollino FSC può avere a che fare con operazioni di riciclo, queste le condizioni: la carta FSC 100% contiene solo legno certificato, mentre la carta FSC riciclata contiene solo ricicli provenienti da legno FSC. Esiste poi una terza tipologia di FSC, la mista, composta da legno FSC, carta FSC riciclata e carta riciclata normale.